Nasce a San Severino Marche il Museo dell’Arte Recuperata (MARec), il nuovo museo diocesano dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche che raccoglie in un’unica esposizione le opere salvate dalle chiese dopo il sisma del 2016.
Il MARec, con sede all’interno del palazzo vescovile di San Severino Marche, è un nuovo polo museale in cui le opere d’arte, recuperate dalle chiese inagibili dell’Arcidiocesi, incontreranno il pubblico in un nuovo allestimento, nell’attesa di essere riaccolte nelle proprie chiese di provenienza. Una custodia, temporanea, ma necessaria, per riconsegnare alla popolazione locale, e
non solo, parte di quel meraviglioso patrimonio di cui le chiese dell’arcidiocesi vanno
fiere e che un giorno dovranno tornare ad accogliere.

 

L’enorme patrimonio artistico di un’area così duramente colpita dal sisma tornerà dunque a essere fruito e a costituire un ulteriore motivo di richiamo per un bellissimo territorio che merita la massima valorizzazione culturale e turistica. Ricchissimo è il patrimonio esposto di cui fanno parte autentici gioielli, come la Madonna del Monte di Lorenzo d’Alessandro o la statua lignea della Madonna di Macereto. Le 70 opere sono esposte in un piano quello espositivo suddiviso in 13 sale. Il secondo piano accoglie il deposito attrezzato delle restanti 2500 opere con annesso laboratorio di restauro. Al terzo piano sono presenti aule didattiche e per convegni o mostre temporanee. La Saletta Multimediale collocata nella prima parte del percorso museale rappresenta il punto di approfondimento e riflessione intorno al senso dei luoghi di questo territorio così fortemente colpito dal sisma. Attraverso un documentario dalla narrazione suggestiva ed evocativa realizzato da Cesura, collettivo fotografico che produce progetti nel campo della fotografia documentaria e della ricerca visiva in ambito artistico, sarà possibile ripercorrere con suggestive riprese i luoghi originari per i quali queste opere sono state realizzate.

Il progetto, reso possibile grazie alla collaborazione del Ministero dei Beni culturali e a un progetto di rifunzionalizzazione sostenuto dalla Regione Marche grazie ai fondi comunitari POR FESR Marche 2014/2020 asse 8 intervento 29.1.3., prevede anche la creazione di un polo museale, sede di laboratori di restauro per tavole, affreschi e sculture danneggiati dal sisma.

Gli interventi – che non hanno compreso il restauro architettonico, già condotto all’indomani del precedente sisma del 1997 – hanno contemplato l’adeguamento impiantistico che ha consentito di realizzare ambienti idonei all’esposizione, al deposito delle opere d’arte nonché allo studio e alla didattica. Sono stati anche allestiti ambienti per funzioni amministrative e particolare attenzione è stata dedicata alla creazione di spazi multimediali, necessari non solo ad aumentare l’offerta museale, ma anche a stringere un legame tra i cittadini e le collezioni che non sia solo contemplativo, estetico, ma anche sentimentale, vissuto.

Il museo diventa così un ambiente dove i valori resistono e rappresenta per la comunità un luogo d’incontro, quella piazza che molti paesi non hanno più: una moderna agorà dove percepire, in uno spazio condiviso, ma in modo autonomo, la vibrazione dei colori, l’ampiezza delle pennellate, il contorno di una figura, la forma e il peso delle opere.

Il MARec

La storia del palazzo

Il palazzo vescovile di San Severino Marche, conosciuto anche come palazzo Scina Gentili, per via degli ultimi nobili che lo ereditarono, è edificio di eccezionale interesse storico e architettonico, raro esempio nella zona di edificio dei secoli XVI – XVII.
Fatto costruire dal cav. Nuto Margarucci nel 1590, ha pianta rettangolare con cortile porticato che si apre sul lato est. Dal portico si accede all’androne e allo scalone che distribuisce i piani superiori. Le murature perimetrali, prevalentemente in laterizio, sono parzialmente discontinue e disomogenee.
L’edificio ha subito gravi danni per effetto del sisma del ’97 e, a seguito del suo consolidamento e restauro, ha superato indenne la prova del nuovo sisma del 2016. In effetti è stato scelto come luogo sicuro dalla Soprintendenza delle Marche per ricoverare le opere provenienti dagli edifici danneggiati dal sisma.
Oggi l’edificio si propone come un contenitore ideale per la realizzazione del nuovo museo diocesano dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche. Si tratta di una struttura perfettamente idonea a proteggere, conservare, esporre e valorizzare l’enorme patrimonio d’arte della diocesi che si arricchisce di tutte le opere di provenienza dalle chiese e monasteri danneggiati a seguito del più recente evento sismico. Il progetto ha un valore culturale sul fronte della raccolta, della catalogazione e della ricerca, ma anche un valore simbolico di rinascita di un territorio profondamente ferito che trova qui l’occasione di raccogliere dalle macerie i propri valori e di costruire con essi una realtà nuova, moderna, all’avanguardia nel settore museale all’interno del quale possa qualificarsi come una eccellenza.  

Il Deposito

Il deposito, il Museo invisibile, custodisce un tesoro composto da migliaia di opere d’arte, quelle ricoverate dopo i crolli del sisma del 2016. Ci sono pale d’altare, statue in marmo, in legno, in terracotta, crocifissi, paramenti liturgici, tessuti, arredi sacri, oggetti da cerimonia, colonne, campane, porzioni di affreschi, frammenti di chiese che poco o niente hanno potuto contro la violenza delle scosse che hanno colpito queste terre tra l’estate e l’autunno del 2016.

Al suo interno ci sono locali che garantiscono adeguate condizioni di conservazione e sicurezza, e che consentono un’ordinata disposizione e classificazione degli oggetti. Ci sono strutture per la conservazione dei dipinti, ci sono le scaffalature che accolgono le statue più piccole, gli oggetti liturgici e i corredi sacri, ci sono aree adibite ad archivio, e un laboratorio di restauro per la riparazione e la conservazione del patrimonio. E il fatto che il Deposito rappresenti un centro d’eccellenza risulta evidente anche dal fatto che l’Arcidiocesi ha avviato collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Macerata, Scuola di Restauro, con l’Università degli Studi di Camerino, Scuola di tecnologie innovative per i beni culturali, e con l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, una delle massime autorità pubbliche italiane in fatto di restauro, eccellenza mondiale nel settore.

Dal 16 luglio 2022 diventa anche centro di formazione: dieci giovani restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma svolgeranno “interventi sul campo” proprio nel Deposito. “Le opere in deposito consistono in dipinti, sculture, arredi e altri tipi di oggetti provenienti dalle chiese danneggiate dal sisma del 2016. e sono conservate in speciali ambienti. Non più parcheggio di opere, ma linfa vitale del museo e luogo della ricerca, il deposito non rappresenterà più una negazione della fruizione, sarà piuttosto, il luogo ideale della narrazione casuale, in opposizione alla logica espositiva delle sale. Nei depositi infatti, le opere stabiliscono tra di loro e con lo spettatore, relazioni inedite e sorprendenti, capaci di ispirare ed emozionare, molto più che nel percorso didattico o nella scenografia della collezione esposta. L’apertura al pubblico dei depositi, potrebbe dare luogo ad una nuova modalità di fruizione: meno curatoriale, più libera, istintiva

MARec – Museo dell’Arte Recuperata Arcidiocesi Camerino – San Severino Marche

Via Cesare Battisti 11
San Severino Marche (MC)
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POR FESR Marche 2014/2020 – Asse 8 – Intervento 29.1.3
Interventi di valorizzazione e messa in rete del patrimonio culturale, recupero e riqualificazione di un edificio con valore simbolico
Nuovo museo diocesano presso il palazzo vescovile di San Severino Marche

Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche

Comune di San Severino Marche